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Schaeuble non si fida di Tsipras e paralizza l’Eurogruppo

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C’è il via libera del Parlamento greco e quello tecnico delle “istituzioni” (Commissione Ue, Bce, Fmi), ma sul piano del governo Tsipras si è abbattuto oggi un Nein fermo: quello dei tedeschi che nel corso dell’Eurogruppo di oggi a Bruxelles hanno sollevato forti perplessità sull’offerta di Atene. La riunione dei ministri delle Finanze dei paesi dell’Eurozona sta proseguendo dalle 15. Al di là delle pur complesse valutazioni tecniche, ciò che emerge è un problema di fiducia che i tedeschi (ma anche Finlandia, Lituania, Estonia) nutrono verso Tsipras. Al governo greco verrebbero chiesti ulteriori sforzi per convincere i partner europei che onorerà i nuovi prestiti richiesti al Meccanismo europeo di stabilità, il fondo salva-Stati. Non solo. Per il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble, secondo quanto riporta la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, la soluzione ideale sarebbe una “Grexit per cinque anni, tempo utile affinché Atene ristrutturi il suo debito”. Il giornale tedesco cita un documento del ministero delle Finanze tedesco: «Mancano i presupposti per un nuovo programma di aiuti triennale». Funzionari del governo greco, citati dall’agenzia Reuters, hanno però negato che si sia parlato di Grexit durante la riunione, mentre fonti Ue hanno detto all’Ansa che la proposta «è legalmente infattibile, senza senso economico e non in linea con la realtà politica».

«Non vedo come potremo raggiungere facilmente un accordo: il governo greco ha fatto di tutto per minare la fiducia – ha detto Schaeuble prima della riunione – Il negoziato è estremamente difficile» perché le nuove proposte greche presentano “lacune finanziarie”. Per Schaeuble «un taglio del debito pubblico non è possibile secondo i Trattati», ma stando fuori dall’euro Atene potrebbe ristrutturarlo più agevolmente. Secondo il Wall Street Journal, invece, l’Fmi avrebbe proposto che la scadenza dei prestiti greci verso l’eurozona venga allungata dagli attuali 30 anni a 60 anni, ma prima dell’inizio dell’Eurogruppo i tedeschi si sono opposti.

La proposta greca è stata già valutata dai tecnici Bce-Commissione Ue-Fmi, in base all’articolo 13 del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (più noto come fondo salva-Stati) ed ha ricevuto parere positivo: «sotto certe condizioni vedono le proposte come una base per negoziare un programma». La stampa tedesca ha riportato che le proposte di Tsipras (12-13 miliardi di euro fra tagli di spesa e nuove tasse) necessitano di «misure supplementari». Si prevedono, fra l’altro, misure di ricapitalizzazione delle banche per 25 miliardi di euro.

Dopo la valutazione tecnica,  serve il via libera dei ministri delle Finanze dell’eurozona. «Stiamo chiaramente facendo progressi, c’è la volontà di raggiungere un accordo, e oggi nel Parlamento c’è stata una svolta perché c’è una maggioranza per andare avanti», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, senza nascondere le perplessità di alcuni paesi. Anche il ministro italiano delle Finanze Pier Carlo Padoan, entrando alla riunione, ha mostrato cautela, parlando di «una riunione che si preannuncia lunga» ma «spirito costruttivo». «Non siamo qui oggi per concludere un negoziato stasera, ma per verificare se ci sono le condizioni per iniziare un negoziato importante, molto impegnativo. Il cammino non è facilissimo ma ce la metteremo tutta», ha concluso Padoan. «La Grecia ha fatto un gesto importante a cui si è aggiunto un voto di massa del Parlamento greco», ha invece riconosciuto il commissario Ue Pierre Moscovici.

Al tavolo dell’Eurogruppo è emersa una questione di (mancanza di) fiducia verso i greci. Chi dà la garanzia che una volta ottenuto il via libera da Bruxelles, il ritorno della liquidità e gli aiuti di cui ha bisogno, la Grecia si attenga agli accordi? «Abbiamo bisogno di garanzie sull’attuazione delle riforme greche», ha puntualizzato Hans Jorg Schelling, ministro delle Finanze dell’Austria. Le spaccature che si stanno producendo dentro Syriza, proprio in merito al piano proposto dal governo Tsipras, non lasciano tranquille le controparti. Solo il ministro francese delle Finanze, Michel Sapin, si è sbilanciato al riguardo: «Il governo greco ha dato prova di determinazione politica, che è un elemento molto importante della fiducia che bisogna ritrovare fra le Istituzioni (Commissione Ue, Bce, Fmi, ndr), i paesi europei e il governo greco». Prima della riunione, il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva preannunciato che sarebbe stato un incontro «molto difficile» perché «ci sono criticità nella sostanza, sui contenuti delle proposte, sia dal punto delle riforme che dei conti pubblici, e c’è un importante problema di fiducia».

I commenti degli osservatori nazionali greci lasciano presagire un cammino non facile nell’iter parlamentare che porterà ad approvare i vari provvedimenti (pensioni, Iva, altre tasse, liberalizzazioni e privatizzazioni) contenuti nel piano. E qualcuno comincia a ipotizzare un cambio di maggioranza che, tagliando fuori gli estremisti, porti a un nuovo governo Tsipras con la partecipazione del centrodestra e dei socialisti, entrambi attualmente all’opposizione. Una prima prova si è avuta, del resto, venerdì notte, quando l’ampia maggioranza di 250 voti (su 300) sul piano del governo è stata raggiunta grazie anche ai voti di Nea Dimokratia (conservatori) e Pasok (socialisti).

in aggiornamento

Il piano Tsipras approvato dal Parlamento greco


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