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Tutto quel che c’è da sapere sul caso Volkswagen

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Volkswagen è al centro di uno scandalo mondiale legato alle sue automobili diesel. La casa automobilistica tedesca è accusata dagli Stati Uniti di aver messo sul mercato auto con sistemi che truccano i risultati di laboratorio sulle emissioni di sostanze inquinanti. Tutto questo, per far sembrare i risultati dei test anti-smog entro i limiti consentiti dalla legge americana. Le macchine interessate sono circa mezzo milione in America, ma potrebbero essere dieci volte di più e vendute in tutto il mondo. La scoperta dell’inganno messo in atto dalla società tedesca risale a molto tempo fa, ma la sua diffusione è avvenuta in modo improvviso, provocando il crollo del titolo in borsa (24 miliardi di euro bruciati in due giorni). Il rischio di una multa da 18 miliardi di dollari fa tremare l’azienda. A Wolfsburg oggi si è riunito il presidio del Consiglio di sorveglianza di Volkswagen, alla presenza dell’amministratore delegato Martin Winterkorn. Quest’ultimo si è da poco dimesso dalla posizione di ad della casa automobilistica, pur ribadendo la sua estraneità ai fatti.

Il trucco ideato da Volkswagen

Dal 2009 Volkswagen ha inserito un codice nelle centraline delle sue automobili diesel che rintraccia i movimenti dello sterzo e dei pedali di solito effettuati da chi svolge i test anti-smog. Se il software riconosce questo codice il sistema riduce le prestazioni del motore e altri parametri, facendo in modo che le emissioni risultino entro i limiti stabiliti dalla legge, ma falsando i risultati che riguardano i livelli effettivi dell’inquinamento su strada.

Le indagini sul diesel-gate

Come spiegato bene da Il post, i controlli sono stati evitati per un lungo periodo, fino al momento in cui un gruppo indipendente che si chiama International Council on Clean Transportation ha eseguito ricerche per comprendere come mai i risultati dei test di laboratorio su alcuni veicoli diesel Volkswagen fossero diversi rispetto ad altre prove eseguite su strada. I ricercatori della West Virginia University hanno così scoperto che su strada una Wolkswagen Jetta emetteva ossido di azoto da 15 a 35 volte in più rispetto al livello consentito dalla legge. La VK Passat ne produceva invece da 5 a 20 volte di più. Nel maggio del 2014 l’EPA (l’agenzia federale statunitense per la protezione dell’ambiente) ha chiesto all’azienda tedesca di indagare e risolvere questo problema. Volkswagen disse di aver rimediato, ma i successivi test non confermarono la dichiarazione.

Le accuse nei confronti della società tedesca

L’Epa lo scorso luglio ha chiesto a Volkswagen di dare una spiegazione in merito a risultati di alcuni test sulle emissioni effettuati su automobili messe sul mercato e poi vendute dal 2009 al 2015. I risultati in questione erano diversi rispetto a quelli ottenuti da prove precedenti. I test riguardavano Passat, Golf e Audi A3. La società, dopo essersi giustificata dietro a presunti e improbabili problemi tecnici, ha ammesso la falsificazione dei test anti-smog. L’agenzia Epa venerdì 18 settembre ha accusato formalmente Volkswagen di aver usato il sistema per falsificare i test sulle emissioni dei veicoli su Jetta 2009-2015, Beetle 2009-2015, Audi A3 2009-2015, Golf 2009-2015 e Passat 2014-2015.

Le scuse dell’amministratore delegato di Volkswagen

Dopo aver diffuso lunedì 21 settembre un comunicato con il quale Volkswagen si scusava per aver tradito la fiducia dei clienti ma senza fornire grosse spiegazioni, l’Epa sosteneva già che l’azienda avesse ammesso la colpevolezza. La società ha quindi ammesso di aver truccato le automobili per superare i controlli dei test anti-smog. Martedì 22 settembre l’ad Martin Winterkorn si è scusato “per la cattiva condotta della compagnia” attraverso un videomessaggio e promettendo maggiore trasparenza. Molti però si chiedono se Winterkorn e i suoi fossero al corrente della truffa. E’ emerso inoltre che lo scandalo riguarda non solo il mezzo milione di auto vendute in America ma quasi 11 milioni di vetture vendute anche in Europa. Le vendite dei modelli finiti sotto accusa sono state bloccate.

Volkswagen potrebbe essere costretta al pagamento di una multa da 18 miliardi di dollari. Il titolo del gruppo in Borsa ha perso fino ad un quinto del suo valore.

La reazione di Berlino

Il governo tedesco, che secondo il giornale Die Welt era al corrente delle tecniche usate da Volswagen per truccare i risultati dei test anti-smog, attraverso il ministero dei Trasporti ha istituito una commissione di inchiesta per fare chiarezza. Angela Merkel e il ministro Dobrindt hanno respinto le accuse mosse da Die Welt. Il portavoce del ministero dell’Ambiente Andreas Kubler ha dichiarato: “Ci attendiamo dai costruttori automobilistici informazioni affidabili, affinché la Kba, l’autorità competente, possa verificare se manipolazioni comparabili abbiano avuto luogo anche in Germania o in Europa”.

Cosa dice l’Unione Europea

L’Ue, accusata anch’essa da Die Welt di essere al corrente della truffa operata da VK, attraverso la portavoce dell’esecutivo comunitario Lucia Caudet fa sapere che Bruxelles sapeva che generalmente i test in laboratorio sulle emissioni auto potevano non fornire una rappresentazione adeguata e precisa come quella in condizioni di guida reali: per questo motivo dal primo gennaio 2016 si passerà ai test su strada. Tutti i 28 stati membri sono stati esortati dalla portavoce a “compiere le indagini necessarie e a riferire alla Commissione Ue che discuterà con loro come coordinarle al meglio e faciliterà lo scambio di informazioni”. Germania, Francia e Italia hanno già avviato le indagini.

Le class action

In America sono circa 25 le azioni collettive legali già presentate nei 50 Stati contro Volkswagen.

L’analisi del Guardian sull’emissione di sostanze nocive

Secondo il quotidiano The Guardian le 482mila vetture diesel Volkswagen e Audi vendute negli Stati Uniti, stando a quello che dice l’Epa, avrebbero emesso tra le 10mila e le 41mila tonnellato di gas tossici all’anno, in base al chilometraggio medio americano. Se i calcoli si estendono agli 11 milioni di automobili vendute in tutto il mondo, VK potrebbe dover dare conto di emissioni stimate tra le 230mila e le 950mila tonnellate di ossidi di azoto all’anno. In Europa sono state vendute moltissime automobili diesel.

Ossidi di azoto

Gli ossidi di azoto sono generati dai processi di combustione, qualunque sia il combustibile usato. I gas di scarico degli autoveicoli contribuiscono pesantemente all’inquinamento atmosferico da ossidi di azoto e la quantità delle emissioni dipende dalle caratteristiche del motore e dalla modalità del suo utilizzo (velocità, accelerazione…). La produzione di NOx infatti aumenta quando il motore lavora ad elevato numero di giri (come arterie urbane a scorrimento veloce, autostrade…). La situazione a livello atmosferico peggiora d’inverno, quando aumentano le sorgenti di emissione, come gli impianti di riscaldamento. Si tratta di gas irritanti per le mucose e responsabili di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti, allergie, irritazioni). Tra gli effetti ambientali è da annoverare il contributo degli ossidi di azoto sia alla formazione del particolato secondario sia al fenomeno delle piogge acide, causa di possibile alterazione degli equilibri ecologici ambientali.


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