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Cos’è la Scuola Open Source

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Sebbene nel Sud d’Italia ci siano ancora pochi segni visibili di ripresa economica e cambiamento, c’è fermento intellettuale e ci sono talenti che provano a cambiare le cose, nonostante tutto. È questo lo spirito che a Bari, dal 18 al 30 luglio, ha animato i laboratori XYZ della Scuola Open Source.

Per capire meglio la passione e il sudore che sono dietro questo progetto, bisogna introdurre Alessandro Tartaglia, un designer di talento che, dopo la laurea all’ISIA di Urbino ed esperienze in importanti studi di design, ha scelto coraggiosamente di tornare nella sua Puglia. Qui, assieme ad altri due soci, fonda lo studio FF3300 (l’idea nasce con un magazine autoprodotto, nel 2006).

Dopo un periodo passato a Roma, Alessandro si imbatte nel bando “Laboratori dal Basso” della Regione Puglia. Grazie ai fondi erogati, finanzia il primo germe della Scuola Open Source: il laboratorio “X – Una variabile in cerca d’identità”, a Castrignano de’ Greci, in provincia di Lecce. In un intero castello, 16 tra docenti e tutor e 40 partecipanti hanno cominciato ad abbozzare la prima visione di una scuola innovativa, con il vessillo di una bandiera pirata.

Negli anni successivi, con l’entrata in gioco di Alessandro Balena e Lucilla Fiorentino, il progetto si è perfezionato e si è aggiunta una variabile, diventando XY Lab. Così, al laboratorio sul “New Publishing”, X, se n’è aggiunto uno sul “Videomhacking”, Y. (Qui trovate lo Storify dei 15 giorni del laboratorio XY.)

La Scuola Open Source è l’evoluzione naturale e non-lineare delle esperienze di X e XY Lab. L’aggregazione di nuove forze e nuovi partner, come Barimakers e 3dNest, ha permesso di consolidare l’idea, rendendola realizzabile con l’elaborazione di modelli di business e una relazione dialogica con le istituzioni locali.

La vision e la mission della Scuola Open Source

Nelle intenzioni, SOS (questo è l’acronimo che è già una dichiarazione di intenti della Scuola Open Source) vuole far convivere: didattica, ricerca, co-living e spin-off.

Nelle parole di Alessandro Tartaglia questi sono i 3 punti fondamentali della mission della Scuola Open Source:

1- l’abilitazione di uno spazio fisico dove sia possibile apprendere operando concretamente, in un clima di apertura e condivisione della conoscenza, sperimentando l’innovazione sociale e tecnologica;

2- la creazione di un’offerta didattica che possa formare nuove figure professionali pronte ad impiegarsi nel futuro prossimo in modo efficace, ma anche in grado di riconvertire rapidamente e in modo sano attraverso la contaminazione professioni che ormai stentano ad essere competitive sul mercato;

3- la correlazione fra didattica e ricerca, affinché si alimentino l’una con l’altra.

E arriviamo finalmente a oggi. Dopo aver vinto il bando CheFare, la Scuola Open Source ha attivato i laboratori di co-progettazione XYZ, che si sono svolti a Bari, dal 18 al 30 luglio scorsi, nella città vecchia. (Leggi su Medium la storia completa della genesi della Scuola Open Source.)

Cosa sono i laboratori XYZ

Un’esperienza immersiva. Una molteplicità di competenze e punti di vista che si contaminano, condividono valori per produrre valore, esplorano possibilità per creare nuovi mondi.

Questo è il modo in cui Alessandro Tartaglia e i suoi soci descrivono la bellissima e collaudata esperienza dei laboratori di co-progettazione XYZ (ai quali ho partecipato anch’io).

In modo cooperativo sono stati sviluppati 3 ambiti di ricerca/progetto: identità (X), strumenti (Y) e processi (Z). Sono stati coinvolti 12 docenti, 12 tutor, lo staff di SOS e 60 partecipanti, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero.

Salvatore Zingale, docente di Semiotica al Politecnico di Milano, e coinvolto nei laboratori di SOS dal 2013, ha commentato così la morfologia dei glifi XYZ:

La X è l’incrocio, il dialogo.
La Y è la biforcazione, la scelta.
La Z è la strada che va in ogni direzione, l’esplorazione.
XYZ è quella cosa dove le persone dialogano, scelgono e si avventurano.

Nello specifico, i tre laboratori hanno avuto questa articolazione:

X — IDENTITÀ
– Strategia
– Sistema d’identità
– Sito web
– Processi e prodotti editoriali
– Video

Y — STRUMENTI
– Realizzazione di un sistema di accesso sicuro H24
– Progetto per una moneta interna
– Set up degli spazi
– Co-living/open data
– Impostazione del concept di un Gestionale per la scuola

Z — PROCESSI
– Definizione e formalizzazione dei processi e delle modalità con cui essi si svolgono per i 4 assi: didattica, ricerca, comunità, spinoff
– Impostazione del concept di un Gestionale
– Funzioni del Sito web
– Documentazione (video + publishing)
– Co-living/open data
– Creazione di indicatori e metriche per misurare i risultati

(Su Medium trovate la spiegazione completa di video dei tre assi XYZ della Scuola Open Source.)

Se la logica “generativa” di XYZ avrà successo, ce lo dirà il tempo. L’aspetto fondamentale, tuttavia, è che non c’è alcun risultato finale, solo una successione continua di fasi, come ha scritto K. Lynch. Il processo è il progetto. E poi di nuovo. E ancora. Si chiama “design based research”, è nato negli anni sessanta e la Scuola Open Source ha deciso di farne un principio guida filosofico, investendo tutto sulle persone e sul valore che viene generato dall’osmosi dei saperi e delle conoscenze e dall’esplorazione condivisa dell’ignoto possibile.

(I primi corsi della Scuola Open Source saranno attivati ad ottobre. Seguite gli aggiornamenti sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di SOS [su quest’ultimo trovate anche le registrazioni delle Talk, le mini-conferenze di 30 minuti che si sono svolte durante i 12 giorni dei laboratori XYZ]).


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